BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale.
Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
Pubblichiamo la lettera che BDS Italia ha inviato al Direttore Generale di Carrefour.
Da alcune settimane è iniziata una campagna di boicottaggio contro Carrefour, anche in Italia, i motivi di questa campagna sono ben espressi nella lettera a seguire.
Oggetto: STOP alle complicità con i crimini di Israele
Al Direttore Generale di
Carrefour Italia
Gentile Direttore,
Come lei saprà, il Gruppo Carrefour è attualmente oggetto di una campagna
internazionale di boicottaggio per aver sottoscritto nel marzo 2022 contratti
di franchising con le società israeliane Electra Consumer Products e Yenot
Bitan.
Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione israeliana, un
crimine di guerra secondo il diritto internazionale. Oggi ci sono negozi
Carrefour negli insediamenti israeliani illegali nella Palestina occupata.
Carrefour beneficia così direttamente della colonizzazione. Questa decisione
rende Carrefour complice dei crimini di guerra commessi dal regime israeliano
di occupazione, colonialismo di insediamento e apartheid nei confronti del
popolo indigeno palestinese.
Inoltre, il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente
l'esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza,
fornendo migliaia di razioni alimentari ai soldati. Ciò costituisce un sostegno
logistico a un'operazione militare che colpisce indiscriminatamente la
popolazione civile, in gran parte bambini e donne, e si caratterizza come un
crimine di genocidio, secondo il diritto internazionale. Nonostante il Gruppo
Carrefour abbia declinato ogni responsabilità in questa operazione, non può
ritenersi estraneo alle scelte della filiale "Carrefour Israel"
detenuta al 100% dal gruppo. Un rapido esame dei contratti di franchising con
le suddette società israeliane mostra che il Gruppo Carrefour può opporsi a
questo tipo di iniziative da parte di un affiliato se ritiene che possano
recare pregiudizio al marchio Carrefour.
Certo, il Gruppo Carrefour non è responsabile dei crimini di Israele dalla sua
creazione nel 1948. Ma da quando ha firmato gli accordi di franchising nel
2022, ne è complice. Complice per aver scelto di ignorare una situazione
peraltro ampiamente documentata e denunciata.
Importanti organizzazioni internazionali per i diritti umani, come Amnesty
International e Human Right Watch, oltre alla israeliana B’Tselem, hanno
ampiamente documentato che Israele impone un regime di occupazione militare,
colonizzazione, apartheid sulla popolazione palestinese.
Come BDS Italia, riteniamo eticamente inammissibile il coinvolgimento del
Gruppo Carrefour in questi crimini. Questo comportamento è in contrasto anche
con le linee guida sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, secondo le quali
Carrefour “si impegna a promuovere, rispettare, far rispettare e proteggere i
diritti umani nel suo campo di attività e nella sua sfera di influenza.”
In risposta all’occupazione militare dell’Ucraina da parte della Russia, il
Gruppo Carrefour ha reagito ritirando i prodotti russi dai punti vendita.
Perché non prende misure analoghe di fronte alle violazioni dei diritti umani e
del diritto internazionale da parte di Israele? Carrefour si impegnerebbe oggi
in un progetto di sviluppo commerciale in Russia?
Nel febbraio 2020, l’ONU ha stilato un elenco di 112 aziende che traggono
profitto dagli insediamenti illegali israeliani. Il Gruppo Carrefour non era
incluso in questo elenco per il momento, ma potrebbe esserlo nel prossimo
aggiornamento.
Anche in Italia, si stanno sviluppando sempre più iniziative da parte di
cittadini per chiedere a Carrefour di non essere complice dei crimini di
Israele e queste iniziative sono destinate ad intensificarsi, come sta
succedendo in Francia e in altri paesi, in particolare in Medio Oriente.
Immaginiamo che avrà saputo della decisione di Al-Ameed, la marca di caffè più
popolare della Giordania, di chiudere alla fine dell'anno le sue 13 filiali
situate nei negozi Carrefour. Speriamo che iniziative di questo tipo si
moltiplichino.
Sembra che sia giunto il momento per Carrefour di scegliere tra mantenere i
pochi negozi impiantati negli insediamenti illegali nella Palestina occupata e
continuare ad essere complice delle violazioni di diritti umani e diritto internazionale
da parte di Israele o affrontare le ripercussioni economiche e di immagine
dovute alla crescente indignazione dei consumatori che si rifiuteranno di
acquistare nei vostri negozi.
Sappiamo quanto sia complicato rompere un contratto nel mondo degli affari, ma
questo sarebbe per voi un modo per uscire con onore da questa situazione. E
questo prima che Carrefour diventi definitivamente per l'opinione pubblica un
gruppo finanziario profittatore senza morale.
Le chiediamo di adoperarsi, nel suo ruolo di Direttore Generale di Carrefour
Italia, perché il Gruppo Carrefour rinunci ai contratti di collaborazione in
essere con partner israeliani coinvolti nel regime di oppressione imposto al
popolo palestinese.
Lo chiediamo anche a nome di tutte le vittime civili che stanno pagando per il
massacro in corso a Gaza.
Distinti saluti
BDS Italia
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