Perché riteniamo giusto come lavoratori Carrefour intraprendere un percorso di solidarietà con il popolo palestinese:
Siamo lavoratori e lavoratrici del gruppo Carrefour che si sono messi insieme perché siamo convinti che sia importante creare qualcosa, creare un segno tangibile che siamo per il cessate il fuoco israeliano e per la libertà del popolo palestinese.
Ma cosa c’entra Carrefour con la Palestina?
Il Gruppo Carrefour è attualmente oggetto di una campagna internazionale di boicottaggio per aver sottoscritto nel marzo 2022 contratti di franchising con le società israeliane Electra Consumer Products e Yenot Bitan.
Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione israeliana, un crimine di guerra secondo il diritto internazionale. Oggi ci sono negozi Carrefour negli insediamenti israeliani illegali nella Palestina occupata. Carrefour beneficia così direttamente della colonizzazione.
Non solo, Carrefour fornisce le razioni militari all’esercito sionista d’Israele, mentre è in atto un genocidio dei palestinesi (dal 7 ottobre a oggi sono 23’000 i morti).
Questa decisione rende Carrefour complice dei crimini di guerra commessi dal regime israeliano di occupazione, colonialismo di insediamento e apartheid nei confronti del popolo indigeno palestinese.
Siamo ben consapevoli che dalle entrate che i mercati fanno, dipendono anche i nostri salari e il nostro lavoro, ma siamo anche consapevoli che sia importante sottrarci a questo ricatto: quello che vuole ottenere questa campagna è che Carrefour interrompa gli accordi commerciali con Israele, smetta di trarre profitto dall'occupazione illegale della Palestina e smetta di essere complice dei crimini di guerra contro il popolo palestinese.
Anche noi lavoratori, se ci organizziamo, possiamo scegliere di dire alla nostra azienda che non vogliamo lavorare per chi è complice di un genocidio, trovare tutti assieme forme, metodi e modi per affermare la nostra contrarietà a questa situazione, per portare la nostra voce ai dirigenti di Carrefour. Rafforzando così anche la mobilitazione che si sta sviluppando all'esterno, perché i nostri nemici non sono quelli che vengono a volantinare fuori dai nostri mercati.
Carrefour fa parte dell'associazione datoriale Federdistribuzione, contro cui il 22 dicembre siamo scesi in sciopero per le condizioni inaccettabili poste per il rinnovo del CCNL (svalutazione del nostro lavoro, demansionamento e conseguente impoverimento dei salari).
Carrefour sta rendendo le nostre giornate di lavoro sempre più stressanti e massacranti, con ore e ore di straordinari necessarie a coprire la carenza di organico che è diventata strutturale (perché voluta “dall'algoritmo”), con promesse di crescita professionale fanno fare ai quarti livelli mansioni che non gli competono, assumono interinali al quinto livello facendogli fare il lavoro dei quarti senza che dopo i 18 mesi legalmente previsti vengano passati al quarto. Senza contare la perdita salariale dovuta al mancato rinnovo del CCNL (fermo dal 2019), l'annuncio di cassintegrazione per più di 900 lavoratori a Torino e il progetto Carrefour Contact che ridurrà ulteriormente il personale.
Carrefour trae profitto sia dall'occupazione della Palestina sia dallo sfruttamento dei lavoratori in Italia.
Come dipendenti possiamo chiedere che Carrefour metta fine ai legami commerciali con Israele, possiamo prendere posizione e dichiarare che non ci sta bene lavorare per un’azienda che trae profitto dal massacro di un popolo.
Per questo motivo, come lavoratori e lavoratrici del Carrefour abbiamo deciso di avviare un lavoro di informazione e di unirci con i nostri mezzi alla mobilitazione in solidarietà alla Palestina, di dotarci di strumenti come un blog, un canale telegram per esprimere la nostra contrarietà alla situazione, per creare un percorso dal basso, per riprenderci la voce e lo spazio per dire che non vogliamo la guerra, che non vogliamo essere complici del massacro di un popolo, né come lavoratori Carrefour, né come popolo italiano, poiché nemmeno il nostro governo è esente dalla complicità allo stato sionista di Israele e ai suoi crimini di guerra, considerando anche che le basi NATO presenti in Italia sono usate come supporto logistico per le operazioni militari degli USA nel Mediterrano (e non solo!).
Vogliamo riprenderci la voce, riprenderci gli spazi perché vogliamo riprenderci i nostri diritti, per affermare che i diritti di noi tutti valgono di più dei profitti di Carrefour.
Se sei un nostro collega, di qualsiasi mercato Carrefour, iscritto o meno a un sindacato (e indipendentemente dal sindacato al quale sei iscritto), in qualsiasi parte d'Italia ti trovi e quello che hai letto ti è interessato ti chiediamo di metterti in contatto con noi, ma anche di aiutarci a far girare il progetto, fra i tuoi colleghi.
Se non sei dipendente del Carrefour ma vuoi darci una mano a far conoscere la nostra esperienza, magari hai amici o parenti che lavorano in questa azienda, invitali a iscriversi al canale e a visitare il nostro blog!
Opponiamoci al genocidio dei palestinesi e allo sfruttamento dei lavoratori, uniamoci per i diritti!
I lavoratori Carrefour
mail: carrefourlavoratori@gmail.com
canale Telegram: https://t.me/lavoratoricarrefour
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